Camminavo sovrappensiero quando urtai l'antico scaffale del salotto e un fracasso tremendo ruppe quell'opprimente silenzio nella stanza. Guardai in basso e miliardi di piccoli pezzetti di pietra ricoprivano il pavimento: avevo sbadatamente rotto un insostituibile pietra appartenente a mio padre.
Dovevo rimediare velocemente: corsi in cucina, presi scopa e paletta ed iniziai a raccogliere i piccoli frammenti, ma intravidi un luccichio proveniente da quel mucchietto ... era un gioiello.
Mi affascinava molto e decisi di regalarlo ad una ragazza e fui stupito quando pochi giorni dopo iniziai a ricevere le controversie riguardanti questo gioiello: tutti lo volevano, ma non perché fosse bello, ma ... fortunato.
Dovevo conoscere di più: chiamai mio padre e rimasi stranito dal prezioso contenuto nella pietra e mi raccontò da dove proveniva. La raccolse a Casola Valsenio nella grotta re Tiberio in un giorno di pioggia in compagnia di suo zio.
Il giorno sopraffatto dall'entusiasmo decisi di partire: dovevo visitare quella caverna e vi andai per cercare altre pietre come quella. Giunsi alla grotta: era immensa e pervasa da un'aura di pace ed armonia. Mi avventura e dopo un'intensa e continua ricerca trova un piccolo forziere nero ricamato e adornato da pietre gialle e rosse. Lo aprii e al suo interno trovai tre pietre identiche a quella che ruppi accidentalmente. Sul fondo comparì una pergamena con su scritta "ricetta" per la produzione di queste pietre.

"Di domenica mattina l'alba e il ricordo di digiunare e non riposare le 77 pietre con cura in mano e lontano riposare sotto 24 lune non scordare! Ogni 2 mesi a partire da gennaio , come diceva re Tiberio "Se la fortuna vuoi abbracciare, che si rompa la tua pietra sveglia. Chi frettoloso la distrugge, la magia strugge "